L’abbraccio di tanti amici ad Attilio Bettega
Una festa non una commemorazione, come dice la moglie Isabella. Un evento fortemente voluta dal figlio Alessandro per ricordare papà Attilio. Ed è incredibile il segno che il pilota di Molveno ha lasciato in eredità. Lui era il “Rally Made in Italy”. In un periodo, dove in ogni gara potevano alternarsi al comando almeno una decina di piloti, Attilio era tra i primi. Capace di regalare straordinario spettacolo.
Corsica
Già, l’abbiamo perso presto, troppo presto. Il 2 maggio 1985 in Corsica nella prova mondiale del Tour De Corse al volante della Lancia ufficiale 037. Affronta il quarto tratto cronometrato, Zerubia. La macchina esce di strada e la vita del driver trentino si ferma alle 10 e 45.
Una festa a Molveno
Sono sfilate tutte le macchine che ha guidato nella sua carriera. Davanti, l’A112 Abarth, poi la Fiat 128, L’Opel Ascona, la Kadett GT/E, la Ritmo Abarth, la Fiat 131 Abarth, la Lancia Stratos e la 037. A Trento, circa un migliaio di persone hanno atteso l’arrivo della carovana tra Via Suffragio e Via Manci, dov’era allestito il Parco Chiuso.
Il commento d’Alessandro
“Mai vista una cosa simile. Difficile da organizzare, ma nessuno s’è tirato indietro. A Trento non m’aspettavo tanto pubblico. Ho mille ringraziamenti da fare: i commissari di Gara “Attilio Bettega”, il Manghen Team, gli ufficiali di gara della PinèMotori, la Scuderia Pintarally Motorsport e gli amici di Molveno, tra i quali Nicola ed Adriano. Una partecipazione sincera, ricca di nomi importanti che hanno segnato la vita di Attilio”.
Ari Vatanen
A Trento, il campione del Mondo Rally 1981 Ari Vatanen e vincitore di quattro Parigi – Dakar, ha passeggiato assieme alla memoria storica di questo mondo: il giornalista Guido Rancati. Il finlandese è venuto appositamente dalla Francia dove risiede.
Le parole di Guido Rancati
E’ l’autore del libro “Attilio Bettega, l’uomo, il Campione”.
“Ho fatto ben poco. Questo è un mosaico composto da racconti di piloti, meccanici, direttori sportivi, navigatori ed amici. Alla mia richiesta di scrivere qualcosa, tutti hanno risposto immediatamente. Eravamo amici. Si parlava delle cose più banali, dei film, delle cose fatte o da fare almeno un paio di volte in settimana. Chi dice che i trentini sono chiusi, sbaglia. Questa mattina, Vatanen in città m’ha detto “Sono felice d’essere qui”. Tutti sono venuti per Attilio, da tutta Italia. Può sembrare paradossale, ma lui ha sempre definito il Tour de Corse, come la gara più bella del mondo”.
Biasion, Cunico, Cerrato, Pirollo, Tabaton…..
Arriva Gianfranco Cunico che ha incassato 12 scudetti tricolori ed ha dominato la prova mondiale del Sanremo nel ’93. “Non avevo alcun dubbio riguardo alla partecipazione. Attilio è un nome incredibile”.
Saluta il suo navigatore Gigi Pirollo, poi s’intrattiene con Dario Cerrato, due volte campione europeo e sei volte campione italiano assoluto. Più in là Fabrizio Tabaton. C’è Miky Biasion, due volte campione del mondo rally. La sera è il momento dei ricordi. Il palazzetto è strapieno. In prima fila anche la mamma novantaseienne di Attilio.
In platea si ritrovano i grandi del mondo dei rally. Il clima è festoso. Abbracci, saluti, foto ed autografi. La gigantografia di Attilio è sorridente.
Il saluto di Alessandro
“Grazie. E’ stato l’incontro con amici, meccanici, navigatori, direttori sportivi e campioni, ma soprattutto erano schierate tutte le macchine che Attilio ha guidato”.
Poi i ringraziamenti alle autorità, ai presenti, agli sponsor. Un filmato di Piero Comanducci sul Sanremo 1983. Nelle immagini, c'è Attilio che sale a podio ed è un boato in sala.
Isabella al microfono è subito interrotta dal battimani. Cita la mamma di Attilio e l’applauso è forte, sincero, dal cuore. Ricorda il navigatore del marito “Icio Peressinot” scomparso qualche anno fa.
Da Leo Todisco Grande, giornalista e presentatore della serata, sono chiamati sul palco i suoi navigatori. Bernacchini, Pirollo, Vacchetto. Ognuno ha un ricordo. E’ un inno all’amicizia nei confronti di un uomo semplice, grande pilota, straordinario marito e papà.
Vatanen
“Ci sono amici che non vedevo da anni. Significa che non sono più giovane. Quando ho ricevuto la telefonata, non ho esitato. Bisogna seguire il cuore. Attilio non parlava inglese, ma si capiva tutto dal suo sguardo. Grazie d’avermi invitato”. La risposta del pubblico è fantastica.
Miky Biasion
“Vorrei avere uno specchio dove vi possiate vedere: Attilio è in tutti voi. Lui e Sandro Munari hanno fatto comprendere che i piloti italiani vanno forte” Poi si commuove. Altro straordinario filmato. Altri amici sul palco. Ricordi, applausi, mentre il volto del pilota, sul poster, sembra sorrida di più.
FOTO BEPPO CADROBBI e DANIELE SIGHEL