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Esordio assoluto per Giampiccolo alla Trento – Bondone

Marco Giampiccolo, venticinque anni, esordirà a breve nel mondo delle gare automobilistiche. Al volante della Peugeot 106 classe N1600, partecipa alla 61ªedizione della Trento – Bondone in programma il 3 luglio. Sicuramente la classe più affollata tra tutte. S’avvera il suo grande sogno. Ha vissuto gran parte della sua vita in mezzo ai motori, visto che il padre era pilota di rally ed ora commissario addetto ai piloti.

Il regalo di compleanno
“Marzia, la mia ragazza, m’ha detto, perché non provare? Per invogliarmi, lo scorso anno, m’ha regalato il sottotuta ignifugo, scarpe e guanti. Abbiamo iniziato la ricerca degli sponsor, ma è stata deludente. Conoscendo la mia passione, Diego Degasperi m’ha detto esplicitamente che se avessi realmente voluto gareggiare, m’avrebbe aiutato. Il giorno seguente ho iniziato le pratiche per staccare la licenza. Ovviamente ero preoccupato per la visita medica. Avrei potuto affrontare una corsa simile?”.

Gareggio in Bondone ed ho la fibrosi cistica
“Ho la fibrosi cistica. Ma, voglio sottolinearlo: corro in Bondone ed ho la fibrosi cistica. Non voglio assolutamente essere trattato da ammalato. Non voglio essere compianto. Realizzo un sogno. Sono un pilota ed affronto la gara più bella d’Europa”.

La vettura da gara
“È stata una grossa sorpresa. Diego ed i suoi amici hanno lavorato alle mie spalle ed una sera a cena, m’ha detto che aveva la vettura per partecipare alla gara. Pronta, senza spendere un euro. La sorpresa è stata molto forte. Debbo essere sincero. Non riuscivo a proferire parole. Vedi, la mia passione sono i rally, ma Degasperi m’ha suggerito di provare prima con una cronoscalata. La macchina, una Peugeot 106 iscritta in classe N1600. L’hanno trovata loro già con lo sponsor. Quale? Lega Italiana Fibrosi Cistica con la scritta “io vinco nella ricerca”. Per la prima volta sarò testimonial di questa grave patologia”.

Evento che raddoppia di spessore
Marco lancia un messaggio chiaro. Corre in macchina, pur affetto da un male difficile. “Si sono intrecciate moltissime cose e sarò al via. Non nego d’aver pensato che forse era meglio che i sogni restassero tali, ma poi è andata diversamente. Mi sono comperato il casco, mentre la tuta è un regalo di Gianluca Cainelli. Il collare Hans, obbligatorio, mi viene prestato. Insomma, vivo un momento intenso, impossibile fino a qualche mese fa”.

L’obbiettivo
“Punto a divertirmi, guidare bene, sperando di non essere sopraffatto dall’emozione. Arrivare al traguardo di Vason è già una vittoria. Per la prima volta contribuisco alla ricerca. Spesso ho pensato che fosse quasi una moda la raccolta di fondi per tutte le malattie del mondo. Questa volta è diverso. Sono coinvolto. Ho scelto io di partecipare. Di certo non sono stato manipolato da nessuno. Vivo intensamente tutto questo e ci credo”.

La malattia
“E’stata diagnosticata subito, appena nato. Ci convivo da 25 anni. Colpisce soprattutto i polmoni ed ovviamente sono fragile alle malattie legate al sistema respiratorio. Farmaci e fisioterapia polmonare, sono le cure che debbo seguire. Ma a volte, dopo tutti questi anni, mi trasformo in un pessimo paziente. Allora mi piombano in testa le parole del mio medico che mi ricorda di non dimenticarmi di lei, perché lei non si dimenticherà mai di me”. Sorride, lo ribadisce con serenità.

La Trento - Bondone
“Premetto che è la gara di casa. Se fosse stata un’altra cronoscalata, non l’averi fatta. In questo periodo, come tutti i piloti, sono salito in Bondone più volte. Con Degasperi al mio fianco, ho imparato moltissimo. Ho acquisito esperienza nel guardare avanti, a pensare alla curva seguente e frenare tardi. Non solo, ma uso lo sterzo il meno possibile, perché si perde tempo”.

L’esordio nella corsa più ardua del campionato
“Già, ma forse la corsa più tosta è la mia. Quella di tutti i giorni”. Non dimentichiamoci, ma Marco, al suo passaggio, merita un applauso in più.

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