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Irene e Denis, entusiasti dopo il Panda Raid in Marocco  

Irene Saveriano e Denis Bolognani, soddisfatti, hanno terminato il Panda Raid in Marocco. Una gara di regolarità a scopo benefico. Ogni vettura, infatti, doveva trasportare materiale didattico per le varie scuole. L’equipaggio era partito da Trento a bordo d’una Fiat Panda 1.100 cc del 2003 con 120 mila chilometri sulle spalle. Manifestazione, dove hanno partecipato 170 vetture Fiat. Solo tre i team italiani. Dieci giorni di viaggio per un totale di ottomila chilometri. Ben tremila i chilometri percorsi sulle difficili strade marocchine. 
Irene e Denis hanno regalato due computer alla scuola di Maadid, durante la seconda tappa magrebina.   

L’intervista all’equipaggio 
“Partiti da Trento, dopo una notte a Girona, ci siamo presentati alle verifiche tecniche, che si sono svolte all'ippodromo di Madrid. Ad ogni un team veniva verificato lo stato dell'auto. Il controllo del propulsore, se la macchina era dotata di paracoppa dell'olio e protezione per il serbatoio, le due gomme di scorta, vari kit obbligatori quali la bussola, la carta geografica del Marocco, kit pronto soccorso e cinghia per traino. Alla fine delle verifiche c’è stato consegnato il RoadBook con le varie note stradali e il localizzatore, in caso ci fossimo persi durante il tragitto.
Dopo l'inaugurazione, alle 14 siamo partiti alla volta di  Algeciras per imbarcarci sul traghetto diretto in Marocco”.

Le tappe
“Le prime due tappe sono state le più difficili da affrontare, visto il fondo sabbioso. Ci siamo bloccati molte volte, ma grazie agli altri team, soprattutto quello formato da Enrico Raggi e Riccardo Fiorini, siamo riusciti a proseguire. Un paio di volte c’è voluto l'aiuto delle jeep dell'organizzazione. La terza tappa è stata infernale, mentre a partire da quella seguente il terreno era più duro, pietroso. 
Ogni giorno. Dovevamo affrontare una prova speciale di velocità. Ovviamente, la difficoltà era mantenere la media scritta sul roadbook, e superare incolumi i tipi di terreno che ci trovavamo davanti. Già, nelle prime due tappe eravamo sempre in fondo alla classifica, ma dalla quarta tappa in poi ci siamo ripresi alla grande. Nella 6ª tappa siamo arrivati noni nella classifica riservata alle 2RM”. 
 
Le noie meccaniche 
“Ovviamente, in un raid non fila tutto liscio. Abbiamo rotto tutti e due gli ammortizzatori anteriori, ma fortunatamente avevamo dietro il camion assistenza. Appena arrivati al campo base, Denis è riusciti a sostituirli. Nelle quarta tappa, per colpa di una sasso, abbiamo tranciato i tubi dei vapori della benzina, che sono stati aggiustati con del nastro adesivo e poi cambiati a Trento. Come nel Mongol Rally, anche qui non abbiamo forato nessuna gomma e ringraziamo la ditta di Pietramurata che le prodotte apposta per noi”.

 
Le riflessioni d’Irene e Denis
“Anche questo viaggio ci ha permesso di crescere culturalmente ed ha acceso ancora di più la voglia di viaggiare e conoscere nuovi posti e mondi, estranei a noi. Per noi, questo modo di viaggiare è il migliore modo di sganciarsi dalla quotidianità. Ci permette di conoscere posti, culture e persone diverse. Inoltre, unire il viaggio a qualcosa di socialmente utile è un modo per dare un vero senso a ciò che fai. Osservare la felicità di quei bambini quando hanno ricevuto matite e quaderni, (oggetti che per noi sono banali), non ha sicuramente prezzo!”.

Autore
Maurizio Frassoni
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