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Mazda3, la giusta dimensione

Barcellona (Spagna) – La “dimensione giusta”. È la strategia giapponese per replicare al “downsizing” del Vecchio continente legato sia al vertiginoso aumento dei prezzi dei carburanti sia alla necessità di ridurre consumi ed emissioni per rispettare i sempre più severi parametri stabilità dall'Unione Europea. Parametri assurdi che, ad esempio, costringono gli automobilisti a veder certificare – secondo il ciclo europeo – dati che è praticamente impossibile raggiungere in normali condizioni di guida.

La casa giapponese ha lanciato la nuova generazione di Mazda3 ispirata allo stesso KodoDesign con il quale ha presentato sia il suv compatto CX-5 sia la nuova Mazda6 (bellissima, soprattutto nella sua versione berlina). Non senza ambizione, il marchio del Sol Levante l'ha presentata a Londra come l'auto “progettata per essere migliore”. Da Hiroshima fanno sapere che l'obiettivo è chiaro: “Diventare il primo brand premium del Giappone”. Il tutto grazie anche alle nuove tecnologie SkyActiv che riguardano non solo i motori ma anche il telaio e tutta una serie di sistemi innovativi tra i quali, ad esempio, quello rigenerativo della frenata brevettato da Mazda (i-Eloop) che è tuttavia disponibile solo sulla versione con l'unità a benzina da 2 litri.

In Italia, nuova Mazda3 – la “Golf con gli occhi a mandorla” - debutta solo come berlina a 5 porte a partire da 17.400 euro, l'entry level per l'onesto motore SkyActiv G benzina da 1.5 litri da 100 cavalli. Il più divertente ed anche efficiente è però lo SkyActiv a gasolio da 2.2 litri da 150 cavalli e 380 Nm di coppia per il quale Andrea Fiaschetti, il numero uno di Mazda nel Belpaese, ricorre al concetto del “rightsizing”. Già, perché deve “giustificare” una cilindrata così alta, mentre la concorrenza è orientata sui 1.600 cc. Fiaschetti chiarisce che i costi di gestione, abbinati ad un prezzo più basso di acquisto (a partire da 23.400 euro), non lievitano: e non solo perché il bollo non è calcolato sulla cilindrata. Assicura che sono state proprio le prestazioni di questa unità a rivoluzionare gli schemi del più tradizionale mercato al mondo, quello nipponico. In Giappone il 98 per cento delle vetture immatricolate è alimentato a benzina, mentre grazie a SkyActiv-D le vendite di auto con motori a gasolio è passata per Mazda al 75 per cento.

Le ragioni del successo sono anche facili da spiegare: l'unità è già Euro 6 ed è accreditata di una percorrenza nel ciclo misto che sfiora i 25 chilometri per litro. Ma il propulsore non è solo efficiente: vanta anche 210 chilometri all'ora di velocità massima. L'impostazione della vettura (praticamente le stesse dimensioni del modello precedente: 4,465 metri di lunghezza, ma con una carreggiata allargata di 4 centimetri ed un'altezza ridotta di 1,5) è molto sportiva, come evidenziano le linee estremamente “coupé” (il bagagliaio arriva comunque fino a 1.263 litri di capacità) e, soprattutto, l'assetto. Non ha caso ha uno sterzo precisissimo: “duro” quanto basta quando le condizioni sono impegnative e morbido nelle manovre. Ottimi anche i freni ed il cambio manuale a 6 marce. 

Su strada è “coerente” e vanta un'ottima tenuta. In fase di accelerazione regala grandi soddisfazioni, esaltate in uscita di curva. Le linee penalizzano semmai la visibilità posteriore: un “difetto” che condivide con molte auto di nuova concezione. 

Con il motore a gasolio è di serie il nuovo schermo a 7” con navigatore (per le unità a benzina fa parte dell'equipaggiamento base a partire dall'allestimento Evolve), piazzato al centro del cruscotto, ma girato verso il guidatore. Mazda ha voluto concentrare tutte le funzioni per evitare pericolose distrazioni del conducente. Il terzo motore offerto in Italia è il benzina 2.0 litri High Power da 165 (210 Nm). 

L'equipaggiamento di serie è completo: fra i numerosi dispositivi ci sono Abs, Ebd, Eba, Dsc, Tcs, Ess, servosterzo elettrico, i-Stop (il sistema di arresto al minino presentato come il più veloce al mondo), assistenza alle partenza in salita, alzacristalli elettrici anteriori e posteriori. 

M.E.

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