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Presentata al Muse la nuova Chimera Evo

La nuova Chimera Evoluzione è stata presentata sabato sera al Muse. Monoposto elettrica interamente costruita dagli studenti dell’Università di Trento. Alle spalle del progetto c’è un lavoro incredibile, dove sono coinvolti 58 futuri ingegneri e dodici studenti d’Economia. Uno staff, dove i compiti sono ben precisi. Un gruppo coeso che ha sacrificato festività, notti e tempo libero per dedicarsi anima e corpo alla riuscita del progetto. Obiettivo raggiunto, visto che per assistere alla presentazione, il pubblico era ordinatamente in fila con ampio anticipo.

E-agle Trento Racing Team
Gli studenti del team erano schierati sulla balconata e la presentazione rispecchia con uguale professionalità quelle delle Formule maggiori. Già, davvero sorprendente la lucidità e la preparazione dei ragazzi.

La presentazione
La serata inizia con le parole di Davide Pinamonti, che ha catturato l’attenzione grazie alla sua disinvoltura da addetto alle relazioni pubbliche e perfetto presentatore. Racconta di Chimera Evoluzione. La prima monoposto era nata nel 2017 e dopo soli sei mesi era scesa in pista nel Campionato Sae, competizione aperta a team formati da studenti universitari provenienti da tutto il mondo che prevede la progettazione e la costruzione d’una monoposto a ruote scoperte. E subito la grande soddisfazione per aver vinto il premio per l’ottima telemetria, ossia la trasmissione dei dati dalla vettura ai box. Il giorno seguente, tornato a Trento, il team s’è messo immediatamente al lavoro per evolvere la monoposto. Quindi la parola al presidente del Muse, Marco Andreatta, che s’è detto orgoglioso d’ospitare un evento di tale portata, dove spiccano innovazione, ecologia e scienza.

Paolo Collini, Magnifico Rettore dell’Università degli Studi di Trento
“Sono fortunato. Quello che succede qui, non accade in altre parti. Siete studenti eccezionali, capaci. Abbiamo docenti di grande qualità che trasmettono passione”. Quindi si rivolge al Team ed aggiunge: “Avete mostrato grande capacità e competenza. Siete un patrimonio”.

Il Team Leader Andrea Gecchele
“Dopo il grande risultato di Varano lo scorso anno, avevamo compreso di non essere ancora al top. E ci siamo immediatamente tuffati sullo sviluppo di Chimera Evoluzione. Il nome? Chimera era il mostro di origine divina con testa di leone, corpo di capra e coda di drago. Sinonimo di Utopia, quindi, ripresa per raccontare la spinta emotiva che ha permesso di presentare il nuovo progetto in meno di un anno. Il nome inoltre riflette la struttura della squadra, ossia l’insieme di studenti con percorsi accademici diversi, ma aggregati da un unico obiettivo. Abbiamo alzato l’asticella. La macchina è dimagrita di 50 chilogrammi ed ha un vestito di carbonio. Un nuovo concetto di telaio, dove sono stati progettati 23 componenti unici realizzati in stampa 3D. Sono stati rinforzati i punti critici del telaio. Il pacco batterie, che sviluppa una potenza, come da regolamento, di 110 cavalli dispone d’un collettore autoprodotto per il raffreddamento ad aria. Il volante è simile a quello delle Formula 1, dove tutti i dati sono visibili sullo schermo. Ed i paddle, le leve posizionate dietro al volante, permettono di modificare le impostazioni della schermata. Il peso del mezzo è di 200 chilogrammi e l’autonomia è di 25 chilometri. Giusto sottolineare che gli studenti della facoltà di Economia seguono la parte fiscale e marketing. Quindi siamo studenti professionisti ed abbiamo raggiunto l’ultima fase presentando la nuova monoposto”. Si ferma emozionato e scatta l’applauso. “È l’anno della svolta. Ci presentiamo a Varano e Barcellona con un team a livello incredibile. Pronti ad affrontare gli altri 90 team presenti”. La proiezione di filmati sicuramente professionali è a cura del Team Marketing.

Il campionato SAE
“Il campionato – spiega ancora ndrea Gecchele - presenta dapprima tre prove statiche, dove c’è la valutazione dei costi, il piano di lavoro e l’estetica del mezzo. Quindi si scende in pista per le prove dinamiche ad iniziare dall’accelerazione da 0 a 75 metri, quindi la prova autocross che prevede un giro al massimo della potenza su un tracciato di 800 metri. Si passa poi allo skidpad, dove si gareggia su un tracciato a otto per metà asciutto e l’altra bagnato. Quindi la prova endurance, ventuno giri a tavoletta con cambio pilota a metà gara. Ovviamente tutte le prove sono singole e non c’è quindi bagarre o lotta con avversari. È solo il cronometro a decretare la vittoria. I piloti obbligatoriamente sono studenti. “Tutto ciò – conclude Gecchele – è nato grazie allo stimolo del professore Paolo Bosetti, docente di ingegneria industriale. Lui ha dato l’imput, il colpo di pistola iniziale. Ora ringrazio gli sponsor e seguiteci su www.e-agletrentoracingteam.it”.

Foto Francesco Ferrovecchio

Autore
Maurizio Frassoni
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